1.9.10

ΦΡΑΝΘΙΣΚΟ ΒΑΡΑΓΙΟ


31/8/2010
- ARGENTINA IN LUTTO

Morto Varallo, unico superstite
della prima finale Mondiale

L'argentino aveva 100 anni. Nel 1930 segnò un gol nella sfida epica persa con l'Uruguay.

BUENOS AIRES
L’attaccante Francisco Varallo, 100 anni lo scorso 5 febbraio, unico sopravvissuto dell’epica finale Uruguay-Argentina della prima Coppa del Mondo disputatasi a Montevideo nel 1930, è morto nella sua città natale La Plata, a circa 60 chilometri da Buenos Aires.

Dopo aver debuttato giovanissimo in una squadra locale, dove giocavano anche suo padre e ben quattro zii, nel 1928 Varallo entrò nelle file del Gimnasia y Esgrima e successivamente nel Boca Juniors, di cui è stato l’indiscusso idolo per tanti anni. Ribattezzato dai tifosi del Boca "Cañoncito", ("cannoncino"), per la strepitosa potenza dei suoi tiri, non solo consentì alla squadra di conquistare tre campionati (1934, 1935 e 1937), ma ne diventò il goleador più prolifico della storia (194 reti in 222 partite). Fino al 2008, quando lo scettro gli venne tolto da Martin Palermo.
Varallo segnò una rete anche nella finale dei mondiali del 1930, in cui l’Uruguay si impose sull’Argentina per 4 a 2. «Non avremmo mai potuto vincerla», ha ripetuto "Cañoncito" per l’ennesima volta nell’ultima intervista rilasciata lo scorso maggio. «Ci hanno battuto da prepotenti e alcuni miei compagni si sono fatti prendere dalla tremarella, impauriti dal clima, dall’ambiente», ha raccontato Varallo, sostenendo che, da allora, ha sempre gioito quando l’Uruguay ha perso.
Per far capire meglio l’atmosfera della prima finale mondiale, ha descritto un episodio di quell’incontro: «Un difensore mi ha dato un calcio terribile. E quando, guardandolo fisso, gli ho detto "non fare la bestia" mi ha risposto che pensava solo a farmi uscire dal campo».
Nel 1994 la Fifa ha insignito Varallo con l’Ordine al merito (come, tra gli altri, Pelè e Paolo Maldini). E nel 2008 le autorità di La Plata lo hanno onorato intitolandogli una via della città.

CALCIO

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