Ο ENZO JANNACCI ΚΑΙ Ο PAOLO CONTE ΤΡΑΓΟΥΔΟΥΝ ΤΟ ΙΔΙΟ ΤΡΑΓΟΥΔΙ
MESSICO È NUVOLE
Lei è bella lo so è passato del tempo e io ce l'ho nel sangue ancor. Io vorrei io vorrei ritornare laggiù da lei ma so che non andrò. Questo e' un amore di contrabbando meglio star qui seduto a guardare il vino che butto giù.
Mexico e nuvole il tempo passa sull'America il vento suona la sua armonica, che voglia di piangere ho Mexico e nuvole la faccia triste dell'America il vento insiste con l'armonica, che voglia di piangere ho.
Chi lo sa come fa quella gente che va fin là a pronunciare sì... mah! Mentre sa che è già provvisorio l'amore che c'è sì ma forse no... ah! Queste son situazioni di contrabbando a me non sembra giusto neanche in Mexico, ma perchè?
Mexico e nuvole il tempo passa con l'America il vento insiste con l'armonica, che voglia di piangere ho Mexico e nuvole la faccia triste dell'America il vento straccia anche l'armonica, che voglia di piangere ho.
Torno a lei torno a lei la chitarra risuonerà per tanto tempo ancor e il mio amore per lei i suoi passi accompagnerà nel bene e nel dolor. Queste son situazioni di contrabbando tutto si può inventare ma non un matrimonio non si può più.
Mexico e nuvole il tempo passa sull'America il vento insiste con l'armonica, che voglia di piangere ho. Mexico e nuvole la faccia triste dell'America il vento insiste con l'armonica, che voglia di piangere ho.
Στίχοι: Vito Pallavicini & Paolo Conte. Μουσική: Paolo Conte.
Tango rante, tu emoción es el alma del suburbio, para vos, el verso turbio de mi parda inspiración. Te lucís con tu pintón y en cualquier baile orillero sos un símbolo canero que entra taconeando fuerte, sos la risa, y sos la muerte, vestida de Milonguero. Sos entre el camandulaje un cacho de mala suerte, sos el barbijo de muerte que rubrica el sabalaje. Sos el alma del chusmaje metida en un bandoneón, sos la furca, la traición, el piropo y el chamuyo, y sos una flor de yuyo que perfuma el corazón. Sos el lamento tristón que amarrocando sentidos, te metés por los oídos y escarbás el corazón. Sos el réquiem compadrón, el que gimió allá en París, con tu canyengue, ¿me oís? Vos fuiste el fiero remache que hizo temblar al apache y llorar a las Mimís. Tango lindo que se estira en un bandola atorrante y que sale agonizante mientras se baila y se aspira. ¡Tango' Sos como un tira de prepotencia y de mal, sos lágrima y delantal, sos farolito de esquina y sos tristeza de mina que se clava en un puñal.
Στίχοι: Enrique Cadícamo. Μουσική: Rosita Quiroga. Τραγούδι του 1933.
Caro amico, la mia lettera ti giunge da lontano, dal paese dove sono a lavorare, dove son stato cacciato da un governo spaventoso che non mi forniva i mezzi per campare; ho passato la frontiera con un peso in fondo al cuore e una voglia prepotente di tornare, di tornare nel paese dove son venuto al mondo, dove lascio tante cose da cambiare. E mi son venute in mente le avventure del passato, tante donne, tanti uomini e bambini, e le lotte che ho vissuto per il posto di lavoro, i sorrisi degli amici e dei vicini ; e mi sono ricordato quando giovani e felici andavamo lungo il fiume per nuotare, e Marino il pensionato ci parlava con pazienza, aiutandoci e insegnandoci a pescare. Caro amico, ti ricordi quando andavo a lavorare, e pensavo di potermi già sposare, e Marisa risparmiava per comprarsi il suo corredo, e mia madre l'aiutava a preparare; ed invece di sposarci tra gli amici ed i parenti, l'ho sposata l'anno dopo per procura, perché chiusero la fabbrica e ci tolsero il lavoro e ci resero la vita molto dura. Noi ci unimmo e poi scendemmo per le strade per lottare, per respingere l'attacco del padrone; arrivati da lontano, poliziotti e celerini caricarono le donne col bastone; respingemmo i loro attacchi con la forza popolare, ma, convinti da corrotti delegati, ci facemmo intrappolare da discorsi vuoti e falsi, e da quelli che eran stati comperati.
E mi viene da pensare che la lotta col padrone è una lotta tra l'amore e l'egoismo, è una lotta con il ricco, che non ama che i suoi soldi, ed il popolo che vuole l'altruismo; e non contan le parole che si possono inventare, se ti guardi intorno scopri il loro giuoco: con la bocca ti raccontano che vogliono il tuo bene, con le mani ti regalan ferro e fuoco. Caro amico, per favore, tu salutami gli amici, ed il popolo, che è tutta la mia gente; sono loro il vero cuore, che mi preme ricordare, che rimpiango e che mi ha amato veramente; verrà un giorno nel futuro che potremo ritornare, e staremo finalmente al nostro posto, finiremo di patire, non dovremo più emigrare perché un tale ce lo impone ad ogni costo. E salutami tua madre, dai un abbraccio a tua sorella, chissà come sarà grande e signorina; e lo so, sarà bellissima come son le nostre donne, sanno vivere con forza che trascina; ma - le hai mai guardate bene? - ti sorridono col cuore, negli sgardi non nascondono timore, dove sono però uniche è sul posto di lavoro, son con gli uomini e si battono con loro. Ho pensato tante volte che c'è un senso a tutto questo, quest'amore non ci cade giù dal cielo; ma parlando della vita, e pensando al mio paese, mi è sembrato come fosse tolto un velo, e mi pare di sapere, e finalmente di capire, nella vita ogni cosa ha un suo colore, e l'azzurro sta nel cielo, ed il verde sta nei prati, ed il rosso è il colore dell'amore, e l'azzurro… (ecc.)
E tra gente che gesticola con le armi e tra i nuovi Santi illuminati al neon sta nascendo un nuovo tipo di ideale quello yankee tipo "fatelo da voi"
E tra scioperi d'autonoma estrazione lo studente che si interroga da sè sta covando forse la rivoluzione mentre la signora bene prende il the
Colpo di stato ma che colpo se lo stato qui non c'è colpo di stato e tu intanto para il colpo del caffè
L'altra sera ha detto la televisione si rafforzerà la polizia perchè ha concluso infine il capo protezione "Beh, non vorrei che poi colpissero anche me"
Mentre tu che fingi poi di aver paura l'ignoranza è nelle cose che non sai e cerca insomma tu di farti una cultura e giù libri rilegati e letti mai
Colpo di stato ma che colpo se lo stato qui non c'è colpo di stato metti la benzina e il colpo prende a te
E c'è chi fa l'estremista per prudenza chi comanda rappresaglie e lui non c'è chi riempie di farina la credenza chi fa guerra blaterando nei caffè
Poi c'è chi cercando la rivoluzione ha trovato infine le comodità chi confonde il pranzo con la colazione chi confonde la salute con l'età
E da migliaia d'anni non cambia la storia Giulio Cesare, Cavour, "Testa pelata" e il copione ormai lo san tutti a memoria è la solita, non cambia la menata
Colpo di stato ma che colpo se lo stato qui non c'è colpo di stato "Vai allo stadio? Aspetta! Vengo insieme a te"
Ogni giorno cambi un fiore e lo appunti in petto a te... Stamattina, sul tuo cuore, ci hai mettuto una pansé... E perché ce l'hai mettuta? se nun sbaglio l'ho capito... Mi vuoi dire, o bella fata, che tu pensi sempro a me... Ah!.... Che bella pansé che tieni, che bella pansé che hai... me la dai? me la dai? me la dai la tua pansé? Io ne tengo un'altra in petto e le unisco tutt'e due: Pansé mia e pansé tua... in ricordo del nostro amor!
Questo sciore avvellotato, tanto caro io lo terrò... Quando si sará ammosciato, io me lo conserverò.... Ci ha tre petali, tesoro, e ogneduno ci ha un pensiero... sono petali a colori: uno giallo e due marrò... Ah!.... Che bella pansé che tieni, che bella pansé che hai... me la dai? me la dai? me la dai la tua pansé? Io ne tengo un'altra in petto e le unisco tutt'e due: Pansé mia e pansé tua... in ricordo del nostro amor!
Tu sei come una fraffalla che svolacchia intorno a me... Poi ti appuoi sulla mia spalla con il pietto e la pansé... Io divento un mammalucco, poi ti vaso sulla bocca e mi sembra un tricchi-tracco questo vaso che do a te! Ah!.... Che bella pansé che tieni, che bella pansé che hai... me la dai? me la dai? me la dai la tua pansé? Io ne tengo un'altra in petto e le unisco tutt'e due: Pansé mia e pansé tua... in ricordo del nostro amor!
Brunetki, blondynki - ja wszystkie was dziewczynki Całować chcę, Lecz przyznam się o jednej tylko śnię Tą kochać chcę
Bo ta jedyna, słodkousta ma dziecina Jej czar znam i dlatego Tylko jej jedynej serce dam!
Brunetki, blondynki - ja wszystkie was dziewczynki Całować chcę, Lecz przyznam się o jednej tylko śnię Tej wyśnionej, wymarzonej dam serce me!
Ideał swój ma każdy, on czy też ona I każdy też z miłości gdzieś kiedyś konał Ale ja, ale ja milion kobiet kocham, albo dwa! Dziewczyn wszak, nie jest brak, A więc bierz, którą całować chcesz, trala lala lala
Brunetki, blondynki - ja wszystkie was dziewczynki Całować chcę, Lecz przyznam się o jednej tylko śnię Tą kochać chcę
Bo ta jedyna, słodkousta ma dziecina Jej czar znam i dlatego Tylko jej jedynej serce dam!
Brunetki, blondynki - ja wszystkie was dziewczynki Całować chcę, Lecz przyznam się o jednej tylko śnię Tej wyśnionej, wymarzonej dam serce me!
Τραγούδι του 1935.
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ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο MIECZYSŁAW FOGG: RACHELA (ΡΑΧΗΛ)
Μουσική: Jakub Swidler. Στίχοι: Rald. Μαίζει η Ορχήστρα του Henryk Wars. Δίσκος: Syrena 1933.
ciuri di tuttu l'annu l'amuri ca mi dasti ti lu tornu... Ciuri, ciuri ciuri di tuttu l'annu l'amuri ca, mi dasti ti lu tornu... La La La La La, La La La La La... Lu sabatu si sapi è allegra cori biatu cu àvi bedda la muggheri. Cu l'àvi bedda ci porta li dinari cu l'àvi brutta ci mori lu cori. Ciuri, ciuri ciuri di tuttu l'annu l'amuri ca mi dasti ti lu tornu... Ciuri, ciuri ciuri di tuttu l'annu l'amuri ca, mi dasti ti lu tornu... La La La La La, La La La La La… Si troppu dispittusu tu ccu mia cascu du lettu su mi 'nsonnu a tia, si bruttu 'nta la facci e 'nta lu cori cu tia ju' non mi vogghiu maritari. Ciuri, ciuri ciuri di tuttu l'annu l'amuri ca mi dasti ti lu tornu... Ciuri, ciuri ciuri di tuttu l'annu l'amuri ca, mi dasti ti lu tornu... La La La La La, La La La La La... Ciuri di rosi russi a lu sbucciari amara a cui li tò paroli criri. L'omini siti tutti munsignari jù non ti vogghiu no! Ti nni pò iri.
Nací en un barrio donde el lujo fue un albur, por eso tengo el corazón mirando al sur. Mi viejo fue una abeja en la colmena, las manos limpias, el alma buena... Y en esa infancia, la templanza me forjó, después la vida mil caminos me tendió, y supe del magnate y del tahúr, por eso tengo el corazón mirando al sur.
Mi barrio fue una planta de jazmín, la sombra de mi vieja en el jardín, la dulce fiesta de las cosas más sencillas y la paz en la gramilla de cara al sol. Mi barrio fue mi gente que no está, las cosas que ya nunca volverán, si desde el día en que me fui con la emoción y con la cruz, ¡yo sé que tengo el corazón mirando al sur!
La geografía de mi barrio llevo en mí, será por eso que del todo no me fui: la esquina, el almacén, el piberío... lo reconozco... son algo mío... Ahora sé que la distancia no es real y me descubro en ese punto cardinal, volviendo a la niñez desde la luz teniendo siempre el corazón mirando al sur.
Noi siamo i poveri siamo i pezzenti la sporca plebe di questa età la schiera innumere dei sofferenti per cui la vita gioie non ha. Nel crudo inverno la nostra prole per lunga inedia languir vediam solo pei ricchi risplende il sole. Mentre essi esultano noi fame abbiam.
Per natura tutti eguali vi è diritti sulla terra. E noi faremo un'aspra guerra ai ladroni sfruttator.
Non sia pace tra i mortali finchè un uom' sovr'altro imperi i nemici a noi più fieri sono i nostri sfruttator
Triste spettacolo le nostre donne per noi primizie non hanno d'amor ancora impuberi sciolgon le gonne si danno in braccio a lor signor.
Son nostre figlie le prostitute che muoion tisiche negli ospedal le disgraziate si son vendute per una cena o per un grembial.
Per natura tutti eguali vi è diritti sulla terra. E noi faremo un'aspra guerra ai ladroni sfruttator.
Non sia pace tra i mortali finchè un uom' sovr'altro imperi i nemici a noi più fieri sono i nostri sfruttator
Di patria al nome talor sospinti contro altri popoli noi si pugnò ma vincitori fossimo vinti la sorte nostra mai non mutò. Tedesco o italico se v'ha padrone il sangue nostro vuole succhiar la patria italica è un'irrisione se ancora il basto ci fa portar.
Per natura tutti eguali vi è diritti sulla terra. E noi faremo un'aspra guerra ai ladroni sfruttator.
Non sia pace tra i mortali finchè un uom' sovr'altro imperi i nemici a noi più fieri sono i nostri sfruttator
Nelle officine sui monti e i piani nelle miniere sudiam sodiam ma delle nostre fatiche immani il frutto intiero non raccogliam. Poi fatti vecchi veniam rinchiusi dentro un ricovero di carità e sul berretto di noi reclusi bollano i ricchi la lor pietà.
Per natura tutti eguali vi è diritti sulla terra. E noi faremo un'aspra guerra ai ladroni sfruttator.
Non sia pace tra i mortali finchè un uom' sovr'altro imperi i nemici a noi più fieri sono i nostri sfruttator
Ma se sperare non è utopia nella giustizia dell'avvenir il privilegio di tirannia e turpe regno dovrà finir! Le nostre lacrime, gli stenti, l'onte le grandi ambasce sparir dovran noi già leviamo alta la fronte per salutar l'astro lontan.
Per natura tutti eguali vi è diritti sulla terra. E noi faremo un'aspra guerra ai ladroni sfruttator.
Non sia pace tra i mortali finchè un uom' sovr'altro imperi i nemici a noi più fieri sono i nostri sfruttator
Lastima, bandoneón, mi corazon tu ronca maldición maleva... Tu lágrima de ron me lleva hasta el hondo bajo fondo donde el barro se subleva. ¡Ya sé, no me digás! ¡Tenés razón! La vida es una herida absurda, y es todo tan fugaz que es una curda, ¡nada más! mi confesión.
Contame tu condena, decime tu fracaso, ¿no ves la pena que me ha herido? Y hablame simplemente de aquel amor ausente tras un retazo del olvido. ¡Ya sé que te lastimo! ¡Ya se que te hago daño llorando mi sermón de vino!
Pero es el viejo amor que tiembla, bandoneón, y busca en el licor que aturde, la curda que al final termine la función corriéndole un telón al corazón. Un poco de recuerdo y sinsabor gotea tu rezongo lerdo. Marea tu licor y arrea la tropilla de la zurda al volcar la última curda. Cerrame el ventanal que quema el sol su lento caracol de sueño, ¿no ves que vengo de un país que está de olvido, siempre gris, tras el alcohol?...