23.2.10

Ο ΣΕΓΚΟΒΙΑ ΠΑΙΖΕΙ ΣΟΡ



Ο ANDRÉS SEGOVIA ΠΑΙΖΕΙ FERNANDO SOR: VARIATIONS ON A THEME FROM MOZART

22.2.10

ΤΡΑΓΟΥΔΑ Ο ΦΑΚΟΥΝΔΟ ΚΑΒΡΑΛ



ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο FACUNDO CABRAL


NO SOY DE AQUÍ


Me gusta el mar y la mujer cuando llora
las golondrinas y las malas señoras
saltar balcones y abrir las ventanas
y las muchachas en abril

Me gusta el vino tanto como las flores
y los amantes, pero no los señores
me encanta ser amigo de los ladrones
y las canciones en francés

No soy de aquí, ni soy de allá
no tengo edad, ni porvenir
y ser feliz es mi color
de identidad

Me gusta estar tirado siempre en la arena
y en bicicleta perseguir a Manuela
y todo el tiempo para ver las estrellas
con la María en el trigal

No soy de aquí, ni soy de allá
no tengo edad, ni porvenir
y ser feliz es mi color
de identidad

20.2.10

VIVA VAVENCIA!


Τραγουδιστές της όπερας έχουν μεταμφιεσθεί σε πωλητές και ξαφνικά η αγορά της Βαλένθιας γεμίζει Βέρντι, Τραβιάτα.

Σ' ευαριστώ, Χρήστο Ψιτ., για την αποστολή.

Και βέβαια Viva Valencia!

19.2.10

ΤΡΑΓΟΥΔΟΥΝ Ο ΕΝΤΣΟ ΓΙΑΝΝΑΤΣΙ ΚΑΙ Ο ΠΑΟΛΟ ΚΟΝΤΕ




Ο ENZO JANNACCI ΚΑΙ Ο PAOLO CONTE ΤΡΑΓΟΥΔΟΥΝ ΤΟ ΙΔΙΟ ΤΡΑΓΟΥΔΙ


MESSICO È NUVOLE


Lei è bella lo so
è passato del tempo e io ce l'ho nel sangue ancor.
Io vorrei io vorrei
ritornare laggiù da lei ma so che non andrò.
Questo e' un amore di contrabbando
meglio star qui seduto a guardare il vino che butto giù.

Mexico e nuvole il tempo passa sull'America
il vento suona la sua armonica,
che voglia di piangere ho
Mexico e nuvole la faccia triste dell'America
il vento insiste con l'armonica,
che voglia di piangere ho.

Chi lo sa come fa quella gente
che va fin là a pronunciare sì... mah!
Mentre sa che è già provvisorio l'amore
che c'è sì ma forse no... ah!
Queste son situazioni di contrabbando
a me non sembra giusto neanche in Mexico, ma perchè?

Mexico e nuvole il tempo passa con l'America
il vento insiste con l'armonica,
che voglia di piangere ho
Mexico e nuvole la faccia triste dell'America
il vento straccia anche l'armonica,
che voglia di piangere ho.

Torno a lei torno a lei
la chitarra risuonerà
per tanto tempo ancor
e il mio amore per lei
i suoi passi accompagnerà nel bene e nel dolor.
Queste son situazioni di contrabbando
tutto si può inventare ma non un matrimonio non si può più.

Mexico e nuvole il tempo passa sull'America
il vento insiste con l'armonica,
che voglia di piangere ho.
Mexico e nuvole la faccia triste dell'America
il vento insiste con l'armonica,
che voglia di piangere ho.



Στίχοι: Vito Pallavicini & Paolo Conte.
Μουσική: Paolo Conte.

ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο ΛΟΥΤΣΙΟ ΝΤΑΛΛΑ


ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο LUCIO DALLA


UN UOMO COME ME


Un uomo come me
se ha sete beve vino
se ha fame chiede il pane al suo vicino

Un uomo come me
quando regala un fiore
non è un fiore comprato ma è colto sotto al sole

Un uomo come me
la casa dove è nato
l'abita senza luna quando dorme sul prato

Un uomo come me
sorride e parla poco
perchè legge nei tuoi occhi e poi capisce il gioco

Un uomo come me
ha un buco dentro il cuore
lo senti gridare ma non credi all'amore

A un uomo come me
quando ti dice addio
tu dici arrivederci e pensi ancora a Dio

Un uomo come me
aspetta il tuo ritorno
liberando nel vento una rondine al giorno

Un uomo come me
si allontana di sera
credeva fosse inverno e muore a primavera

18.2.10

ΤΡΑΓΟΥΔΑ Η ΡΟΣΙΤΑ ΚΙΡΟΓΑ


ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Η ROSITA QUIROGA


APOLOGÍA TANGUERA


Tango rante, tu emoción
es el alma del suburbio,
para vos, el verso turbio
de mi parda inspiración.
Te lucís con tu pintón
y en cualquier baile orillero
sos un símbolo canero
que entra taconeando fuerte,
sos la risa, y sos la muerte,
vestida de Milonguero.
Sos entre el camandulaje
un cacho de mala suerte,
sos el barbijo de muerte
que rubrica el sabalaje.
Sos el alma del chusmaje
metida en un bandoneón,
sos la furca, la traición,
el piropo y el chamuyo,
y sos una flor de yuyo
que perfuma el corazón.
Sos el lamento tristón
que amarrocando sentidos,
te metés por los oídos
y escarbás el corazón.
Sos el réquiem compadrón,
el que gimió allá en París,
con tu canyengue, ¿me oís?
Vos fuiste el fiero remache
que hizo temblar al apache
y llorar a las Mimís.
Tango lindo que se estira
en un bandola atorrante
y que sale agonizante
mientras se baila y se aspira.
¡Tango' Sos como un tira
de prepotencia y de mal,
sos lágrima y delantal,
sos farolito de esquina
y sos tristeza de mina
que se clava en un puñal.



Στίχοι: Enrique Cadícamo.
Μουσική: Rosita Quiroga.
Τραγούδι του 1933.

16.2.10

ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο ΠΙΕΡΑΝΤΖΕΛΟ ΜΠΕΡΤΟΛΙ


ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο PIERANGELO BERTOLI


ROSSO COLORE


Caro amico, la mia lettera ti giunge da lontano,
dal paese dove sono a lavorare,
dove son stato cacciato da un governo spaventoso
che non mi forniva i mezzi per campare;
ho passato la frontiera con un peso in fondo al cuore
e una voglia prepotente di tornare,
di tornare nel paese dove son venuto al mondo,
dove lascio tante cose da cambiare.
E mi son venute in mente le avventure del passato,
tante donne, tanti uomini e bambini,
e le lotte che ho vissuto per il posto di lavoro,
i sorrisi degli amici e dei vicini ;
e mi sono ricordato quando giovani e felici
andavamo lungo il fiume per nuotare,
e Marino il pensionato ci parlava con pazienza,
aiutandoci e insegnandoci a pescare.
Caro amico, ti ricordi quando andavo a lavorare,
e pensavo di potermi già sposare,
e Marisa risparmiava per comprarsi il suo corredo,
e mia madre l'aiutava a preparare;
ed invece di sposarci tra gli amici ed i parenti,
l'ho sposata l'anno dopo per procura,
perché chiusero la fabbrica e ci tolsero il lavoro
e ci resero la vita molto dura.
Noi ci unimmo e poi scendemmo per le strade per lottare,
per respingere l'attacco del padrone;
arrivati da lontano, poliziotti e celerini
caricarono le donne col bastone;
respingemmo i loro attacchi con la forza popolare,
ma, convinti da corrotti delegati,
ci facemmo intrappolare da discorsi vuoti e falsi,
e da quelli che eran stati comperati.

E mi viene da pensare che la lotta col padrone
è una lotta tra l'amore e l'egoismo,
è una lotta con il ricco, che non ama che i suoi soldi,
ed il popolo che vuole l'altruismo;
e non contan le parole che si possono inventare,
se ti guardi intorno scopri il loro giuoco:
con la bocca ti raccontano che vogliono il tuo bene,
con le mani ti regalan ferro e fuoco.
Caro amico, per favore, tu salutami gli amici,
ed il popolo, che è tutta la mia gente;
sono loro il vero cuore, che mi preme ricordare,
che rimpiango e che mi ha amato veramente;
verrà un giorno nel futuro che potremo ritornare,
e staremo finalmente al nostro posto,
finiremo di patire, non dovremo più emigrare
perché un tale ce lo impone ad ogni costo.
E salutami tua madre, dai un abbraccio a tua sorella,
chissà come sarà grande e signorina;
e lo so, sarà bellissima come son le nostre donne,
sanno vivere con forza che trascina;
ma - le hai mai guardate bene? - ti sorridono col cuore,
negli sgardi non nascondono timore,
dove sono però uniche è sul posto di lavoro,
son con gli uomini e si battono con loro.
Ho pensato tante volte che c'è un senso a tutto questo,
quest'amore non ci cade giù dal cielo;
ma parlando della vita, e pensando al mio paese,
mi è sembrato come fosse tolto un velo,
e mi pare di sapere, e finalmente di capire,
nella vita ogni cosa ha un suo colore,
e l'azzurro sta nel cielo, ed il verde sta nei prati,
ed il rosso è il colore dell'amore,
e l'azzurro… (ecc.)

ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο ΣΤΕΦΑΝΟ ΡΟΣΣΟ


ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο STEFANO ROSSO


COLPO DI STATO


E tra gente che gesticola con le armi
e tra i nuovi Santi illuminati al neon
sta nascendo un nuovo tipo di ideale
quello yankee tipo "fatelo da voi"

E tra scioperi d'autonoma estrazione
lo studente che si interroga da sè
sta covando forse la rivoluzione
mentre la signora bene prende il the

Colpo di stato
ma che colpo se lo stato qui non c'è
colpo di stato
e tu intanto para il colpo del caffè

L'altra sera ha detto la televisione
si rafforzerà la polizia perchè
ha concluso infine il capo protezione
"Beh, non vorrei che poi colpissero anche me"

Mentre tu che fingi poi di aver paura
l'ignoranza è nelle cose che non sai
e cerca insomma tu di farti una cultura
e giù libri rilegati e letti mai

Colpo di stato
ma che colpo se lo stato qui non c'è
colpo di stato
metti la benzina e il colpo prende a te

E c'è chi fa l'estremista per prudenza
chi comanda rappresaglie e lui non c'è
chi riempie di farina la credenza
chi fa guerra blaterando nei caffè

Poi c'è chi cercando la rivoluzione
ha trovato infine le comodità
chi confonde il pranzo con la colazione
chi confonde la salute con l'età

E da migliaia d'anni non cambia la storia
Giulio Cesare, Cavour, "Testa pelata"
e il copione ormai lo san tutti a memoria
è la solita, non cambia la menata

Colpo di stato
ma che colpo se lo stato qui non c'è
colpo di stato
"Vai allo stadio? Aspetta! Vengo insieme a te"

15.2.10

ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο ΡΟΜΠΕΡΤΟ ΜΟΥΡΟΛΟ


ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο ROBERTO MUROLO


LA PANSÈ


Ogni giorno cambi un fiore
e lo appunti in petto a te...
Stamattina, sul tuo cuore,
ci hai mettuto una pansé...
E perché ce l'hai mettuta?
se nun sbaglio l'ho capito...
Mi vuoi dire, o bella fata,
che tu pensi sempro a me...
Ah!....
Che bella pansé che tieni,
che bella pansé che hai...
me la dai?
me la dai?
me la dai la tua pansé?
Io ne tengo un'altra in petto
e le unisco tutt'e due:
Pansé mia e pansé tua...
in ricordo del nostro amor!

Questo sciore avvellotato,
tanto caro io lo terrò...
Quando si sará ammosciato,
io me lo conserverò....
Ci ha tre petali, tesoro,
e ogneduno ci ha un pensiero...
sono petali a colori:
uno giallo e due marrò...
Ah!....
Che bella pansé che tieni,
che bella pansé che hai...
me la dai?
me la dai?
me la dai la tua pansé?
Io ne tengo un'altra in petto
e le unisco tutt'e due:
Pansé mia e pansé tua...
in ricordo del nostro amor!

Tu sei come una fraffalla
che svolacchia intorno a me...
Poi ti appuoi sulla mia spalla
con il pietto e la pansé...
Io divento un mammalucco,
poi ti vaso sulla bocca
e mi sembra un tricchi-tracco
questo vaso che do a te!
Ah!....
Che bella pansé che tieni,
che bella pansé che hai...
me la dai?
me la dai?
me la dai la tua pansé?
Io ne tengo un'altra in petto
e le unisco tutt'e due:
Pansé mia e pansé tua...
in ricordo del nostro amor!

ΔΥΟ ΠΟΛΩΝΕΖΙΚΑ ΤΑΝΓΚΟ



ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο JAN KIEPURA


BRUNETKI, BLONDYNKI (ΜΕΛΑΧΡΙΝΟΥΛΕΣ, ΞΑΝΘΟΥΛΕΣ)


Brunetki, blondynki - ja wszystkie was dziewczynki
Całować chcę,
Lecz przyznam się o jednej tylko śnię
Tą kochać chcę

Bo ta jedyna, słodkousta ma dziecina
Jej czar znam i dlatego
Tylko jej jedynej serce dam!

Brunetki, blondynki - ja wszystkie was dziewczynki
Całować chcę,
Lecz przyznam się o jednej tylko śnię
Tej wyśnionej, wymarzonej dam serce me!

Ideał swój ma każdy, on czy też ona
I każdy też z miłości gdzieś kiedyś konał
Ale ja, ale ja milion kobiet kocham, albo dwa!
Dziewczyn wszak, nie jest brak,
A więc bierz, którą całować chcesz, trala lala lala

Brunetki, blondynki - ja wszystkie was dziewczynki
Całować chcę,
Lecz przyznam się o jednej tylko śnię
Tą kochać chcę

Bo ta jedyna, słodkousta ma dziecina
Jej czar znam i dlatego
Tylko jej jedynej serce dam!

Brunetki, blondynki - ja wszystkie was dziewczynki
Całować chcę,
Lecz przyznam się o jednej tylko śnię
Tej wyśnionej, wymarzonej dam serce me!


Τραγούδι του 1935.

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ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο MIECZYSŁAW FOGG: RACHELA (ΡΑΧΗΛ)

Μουσική: Jakub Swidler.
Στίχοι: Rald.
Μαίζει η Ορχήστρα του Henryk Wars.
Δίσκος: Syrena 1933.

12.2.10

ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Η ΡΟΖΑ ΜΠΑΛΙΣΤΡΕΡΙ


ΤΡΑΓΟΥΔΑ Η ROSA BALISTRERI


LA SICILIA HAVI UN PATRUNI


La Sicilia havi un patruni
un patruni sempri uguali
ca la teni misa ncruci
e cci canta u funeral.

La Sicilia havi un guvernu
un guvernu ’taliànu
cu la furca a lu capizzu
e la corda nna li manu.

La Sicilia havi una patria
chi la stringi nta li vrazza
ma nzammà dumanna pani
finci dallu e tannu ammazza.

La Sicilia è spupulata
un disertu ogni paisi
vecchi e cani nta li strati
picciriddi scàvusi misi.

Li picciotti sunnu for a
ca li vrazza l’hannu sani
ma lu patri ’taliànu
si vinniu p’un pezzu di pani.

La Sicilia è addummisciuta
dormi u sonnu di li morti
ed aspetta mentri dormi
chi canciassi la so’ sorti.

Ma la sorti nun è ostia
un è grazia di li santi
si conquista cu la forza
nta li chiazzi e si va Avanti.

Povira terra mia
comu si po’ campa’.

ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο ΕΝΤΣΟ ΜΑΤΣΑΡΑ


ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο ENZO MAZZARA


CIURI CIURI


ciuri di tuttu l'annu
l'amuri ca mi dasti ti lu tornu...
Ciuri, ciuri
ciuri di tuttu l'annu
l'amuri ca, mi dasti ti lu tornu...
La La La La La, La La La La La...
Lu sabatu si sapi è allegra cori
biatu cu àvi bedda la muggheri.
Cu l'àvi bedda ci porta li dinari
cu l'àvi brutta ci mori lu cori.
Ciuri, ciuri
ciuri di tuttu l'annu
l'amuri ca mi dasti ti lu tornu...
Ciuri, ciuri
ciuri di tuttu l'annu
l'amuri ca, mi dasti ti lu tornu...
La La La La La, La La La La La…
Si troppu dispittusu tu ccu mia
cascu du lettu su mi 'nsonnu a tia,
si bruttu 'nta la facci e 'nta lu cori
cu tia ju' non mi vogghiu maritari.
Ciuri, ciuri
ciuri di tuttu l'annu
l'amuri ca mi dasti ti lu tornu...
Ciuri, ciuri
ciuri di tuttu l'annu
l'amuri ca, mi dasti ti lu tornu...
La La La La La, La La La La La...
Ciuri di rosi russi a lu sbucciari
amara a cui li tò paroli criri.
L'omini siti tutti munsignari
jù non ti vogghiu no! Ti nni pò iri.

ΠΑΙΖΟΥΝ ΟΙ ΤΑΝΓΚΟ ΝΟΥΕΒΟ


ΟΙ TANGO NUEVO ΕΡΜΗΝΕΥΟΥΝ ΤΟ CHIQUE

11.2.10

ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο ΠΙΝΟ ΜΑΟΥΡΟ


ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο PINO MAURO: ‘A MAFIA

ΤΡΑΓΟΥΔΑ Η ΒΙΡΧΙΝΙΑ ΡΑΜΙΡΕΣ


ΤΡΑΓΟΥΔΑ Η VIRGINIA RAMIREZ


EL CORAZÓN AL SUR


Nací en un barrio donde el lujo fue un albur,
por eso tengo el corazón mirando al sur.
Mi viejo fue una abeja en la colmena,
las manos limpias, el alma buena...
Y en esa infancia, la templanza me forjó,
después la vida mil caminos me tendió,
y supe del magnate y del tahúr,
por eso tengo el corazón mirando al sur.

Mi barrio fue una planta de jazmín,
la sombra de mi vieja en el jardín,
la dulce fiesta de las cosas más sencillas
y la paz en la gramilla de cara al sol.
Mi barrio fue mi gente que no está,
las cosas que ya nunca volverán,
si desde el día en que me fui
con la emoción y con la cruz,
¡yo sé que tengo el corazón mirando al sur!

La geografía de mi barrio llevo en mí,
será por eso que del todo no me fui:
la esquina, el almacén, el piberío...
lo reconozco... son algo mío...
Ahora sé que la distancia no es real
y me descubro en ese punto cardinal,
volviendo a la niñez desde la luz
teniendo siempre el corazón mirando al sur.

9.2.10

ΤΑΝΓΚΟ ΑΠΟ ΤΗ ΡΩΣΣΙΑ


ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο ΠΙΟΤΡ ΛΕΣΤΣΕΝΚΟ, ΤΟ ΚΡΑΣΙ ΤΟΥ ΕΡΩΤΑ, 1936

Η ΜΑΣΣΑΛΙΩΤΙΔΑ ΤΩΝ ΕΡΓΑΤΩΝ


ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο MICHELE L. STRANIERO


LA MARSIGLIESE DEL LAVORO


Noi siamo i poveri siamo i pezzenti
la sporca plebe di questa età
la schiera innumere dei sofferenti
per cui la vita gioie non ha.
Nel crudo inverno la nostra prole
per lunga inedia languir vediam
solo pei ricchi risplende il sole.
Mentre essi esultano noi fame abbiam.

Per natura tutti eguali
vi è diritti sulla terra.
E noi faremo un'aspra guerra
ai ladroni sfruttator.

Non sia pace tra i mortali
finchè un uom' sovr'altro imperi
i nemici a noi più fieri
sono i nostri sfruttator

Triste spettacolo le nostre donne
per noi primizie non hanno d'amor
ancora impuberi sciolgon le gonne
si danno in braccio a lor signor.

Son nostre figlie le prostitute
che muoion tisiche negli ospedal
le disgraziate si son vendute
per una cena o per un grembial.

Per natura tutti eguali
vi è diritti sulla terra.
E noi faremo un'aspra guerra
ai ladroni sfruttator.

Non sia pace tra i mortali
finchè un uom' sovr'altro imperi
i nemici a noi più fieri
sono i nostri sfruttator

Di patria al nome talor sospinti
contro altri popoli noi si pugnò
ma vincitori fossimo vinti
la sorte nostra mai non mutò.
Tedesco o italico se v'ha padrone
il sangue nostro vuole succhiar
la patria italica è un'irrisione
se ancora il basto ci fa portar.

Per natura tutti eguali
vi è diritti sulla terra.
E noi faremo un'aspra guerra
ai ladroni sfruttator.

Non sia pace tra i mortali
finchè un uom' sovr'altro imperi
i nemici a noi più fieri
sono i nostri sfruttator

Nelle officine sui monti e i piani
nelle miniere sudiam sodiam
ma delle nostre fatiche immani
il frutto intiero non raccogliam.
Poi fatti vecchi veniam rinchiusi
dentro un ricovero di carità
e sul berretto di noi reclusi
bollano i ricchi la lor pietà.

Per natura tutti eguali
vi è diritti sulla terra.
E noi faremo un'aspra guerra
ai ladroni sfruttator.

Non sia pace tra i mortali
finchè un uom' sovr'altro imperi
i nemici a noi più fieri
sono i nostri sfruttator

Ma se sperare non è utopia
nella giustizia dell'avvenir
il privilegio di tirannia
e turpe regno dovrà finir!
Le nostre lacrime, gli stenti, l'onte
le grandi ambasce sparir dovran
noi già leviamo alta la fronte
per salutar l'astro lontan.

Per natura tutti eguali
vi è diritti sulla terra.
E noi faremo un'aspra guerra
ai ladroni sfruttator.

Non sia pace tra i mortali
finchè un uom' sovr'altro imperi
i nemici a noi più fieri
sono i nostri sfruttator

ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο ΤΖΑΚΟΜΟ ΡΟΝΤΙΝΕΛΛΑ


ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο GIACOMO RONDINELLA: PIZZICHE E VASE

8.2.10

ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο ΡΟΒΕΡΤΟ ΓΚΟΓΕΝΕΤΣΕ




ΤΡΑΓΟΥΔΑΕΙ Ο ROBERTO POLACO GOYENECHE


LA ÚLTIMA CURDA


Lastima, bandoneón,
mi corazon
tu ronca maldición maleva...
Tu lágrima de ron
me lleva
hasta el hondo bajo fondo
donde el barro se subleva.
¡Ya sé, no me digás! ¡Tenés razón!
La vida es una herida absurda,
y es todo tan fugaz
que es una curda, ¡nada más!
mi confesión.

Contame tu condena,
decime tu fracaso,
¿no ves la pena
que me ha herido?
Y hablame simplemente
de aquel amor ausente
tras un retazo del olvido.
¡Ya sé que te lastimo!
¡Ya se que te hago daño
llorando mi sermón de vino!

Pero es el viejo amor
que tiembla, bandoneón,
y busca en el licor que aturde,
la curda que al final
termine la función
corriéndole un telón al corazón.
Un poco de recuerdo y sinsabor
gotea tu rezongo lerdo.
Marea tu licor y arrea
la tropilla de la zurda
al volcar la última curda.
Cerrame el ventanal
que quema el sol
su lento caracol de sueño,
¿no ves que vengo de un país
que está de olvido, siempre gris,
tras el alcohol?...